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I pensieri di Papàs Antonio Bellusci su "Futuro in Arbëria: visioni di donne"

  • Immagine del redattore: Nuntius
    Nuntius
  • 19 lug 2023
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 21 lug 2023


Papàs Antonio Bellusci presso la sua Biblioteca di Frascineto
Papàs Antonio Bellusci presso la sua Biblioteca di Frascineto, 2021. Foto Lorenzo Fortunati / Adnexart - Diritti riservati

Nel mondo dell'Arbëria, Papàs Antonio Bellusci è ben noto non solo per l'attività sacerdotale, ma anche per il contributo da autore e studioso. La sua ricca Biblioteca in Frascineto è da anni meta di visite da parte di esponenti delle Istituzioni italiane ed albanesi, studiosi da ogni dove, e scolaresche. In questo luogo di scambio culturale ho avuto il piacere di incontrato (grazie ad Anna Stratigò) e ho intrecciato il dialogo che si trova nel secondo capitolo di "Futuro in Arbëria: visioni di donne".

In data 17/07/23, Papàs Antonio Bellusci mi ha inviato un documento contenente alcune sue riflessioni provocate dalla lettura del libro, generosamente permettendomi di condividerle con un pubblico più ampio. Le riporto di seguito.


Riflessioni sul libro: Lorenzo Fortunati, "Futuro in Arbëria: visioni di donne", Effigi Edizioni, Arcidosso 2023 La mia biblioteca a Frascineto, un tesoro di libri che esplorano l'Arbëria, si è arricchita di un'opera straordinaria: "Futuro in Arbëria: visioni di donne" di Lorenzo Fortunati. Pedagogista, fotografo e viaggiatore, Fortunati dimostra un talento notevole nel coordinare e sintetizzare temi antropologici riguardanti le comunità albanofone d'Italia, sia di rito bizantino che latino. Da giorni il libro sta sulla mia scrivania. Lo guardo e sento un'attrazione che mi invita a immergermi tra le pagine. Mi metto così a colloquiare ed interpretare i messaggi di diverse donne e dive dell'Arbëria calabrese: Jessica, Elisabeth, Vicky, Anna, Stefania e altre*. I loro sogni, visioni e personalità incarnano l'Arbëria contemporanea, con il fascino di un'estetica regale e risonanze mitologiche. I colori vivaci dei loro abiti riflettono le radici storiche del Paese di origine. I motivi floreali sui corpetti e sulle braccia sono come inni alla primavera e omaggi alle divinità. Le danze circolari, maestose e solenni, invitano a intraprendere i sentieri della vita. I canti epici del XV secolo evocano la gioia di vivere dei nostri antenati Arbëreshë. Qui la donna è al centro, e l'uomo la adorna con ori preziosi. È lei la "Matriarca", la guida nell'educazione dei figli e nei rapporti sociali. Questi messaggi sono splendidamente raccolti nella pubblicazione di Fortunati. Un lavoro unico nel suo genere, che ci apre gli orizzonti futuri della nostra Arbëria, un futuro che si rinnova portando con sé i valori del rito bizantino e della lingua e cultura arbëreshe. Come è possibile che il nostro popolo arbëresh abbia custodito e tramandato un patrimonio così ricco nelle nostre regioni meridionali, spesso povere, dimenticate e spopolate? Fortunati ci invita alla meditazione e alla riflessione. Ogni figura nel suo libro offre una vasta gamma di letture e interpretazioni. Questa pubblicazione è un gioiello universale, nella forma e nei contenuti. Frascineto, 17 luglio 2023 Papàs Antonio Bellusci, giornalista, scrittore e direttore della Biblioteca

* Papàs Antonio Bellusci citava integralmente le 17 donne del libro. Ho accorciato la lista, lasciandone alcune a scopo esemplificativo.

Per comprendere la speciale sintonia che sperimento nel corso dei miei dialoghi con Papas Bellusci, riporto due passaggi emblematici dal colloquio telefonico che ho avuto con lui, in cui mi annunciava che mi avrebbe inviato i pensieri sopra riportati. Contrassegno con "AB" Antonio Bellusci, con LF le mie iniziali.


AB. "Lorenzo cosa esprime l'immagine in copertina per te? Io questa composizione circolare la vedo come...un utero." LF. "Volevo mostrare giovani donne attorno all'Arbëria futura (la bambina), intente con spirito di colleganza ad evocarla, a farla crescere. Ma, ora che le ha pronunciate, avrei potuto usare le tue parole."

AB. "Lorenzo con questo libro crei dei "ponti" che prima non c'erano" LF. "Antonio ma tu sai come presento il mio lavoro, quando mi chiedono di spiegarlo? "Creo ponti tra persone e idee".

La sintesi di cui Antonio, oggi 90enne, è capace, mi aveva lasciato già a bocca aperta in passato: ha saputo leggere alcune mie composizioni fotografiche con una disinvoltura sorprendente, offrendomi osservazioni illuminanti come pochi saprebbero fare.



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